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  • Immagine del redattore: dai monti della grande guerra
    dai monti della grande guerra
  • 12 gen 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Ospedale da campo 040 di Cortina


Oggi per cambiare voglio consigliarvi un libro che parla di un argomento che spesso non viene trattato da noi recuperanti e in generale quando si parla di grande guerra: la medicina nel primo conflitto mondiale.



Infatti vengono sempre predilette le testimonianze di eroi o intellettuali, quelli per intenderci, che vengono colpiti in fronte e hanno il tempo di pronunciare frasi lunghissime, sempre inneggianti a sentimenti elevati, a vittorie e all'onore del reggimento.

Nella realtà storica morire per un colpo in fronte era una fortuna.

La maggioranza dei combattenti rimaneva ferita e non moriva subito. Non si può capire cosa sia la guerra senza conoscere le devastazioni nei corpi mutilati di fanti, alpini o territoriali con mogli e figli.


In questo libro Ragucci, napoletano della borghesia partenopea, è un maggiore medico, catapultato nel cuore delle Dolomiti, nella mia cara Cortina, a dirigere l'ospedale da campo 040 nel famoso Hotel Cristallo della famiglia Menardi, sotto i boschi del Faloria.

È questa, secondo me, l'epicità della Grande Guerra: un napoletano che racconta il fascino unico delle nevicate, dei boschi, dei ruscelli e delle notti in uno dei posti più belli del mondo, ma allo stesso tempo narra ciò che accade dentro l'ospedale dove per due anni arrivano centinaia di soldati squarciati, congelati e sommersi dalle valanghe.

Fa capire veramente cosa causavano i combattimenti e la guerra all'addiaccio, la guerra oltre quota 2000m con tutte le problematiche che mai erano state affrontate, comprese appunto quelle riguardanti la medicina d'alta quota.


 
 
 

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