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Lastra fotografica

Recupero particolare di una lastra fotografica e di un contenitore per liquido usato per sviluppare le fotografie, a testimoniare come la guerra 1914-1918 sia stata anche la prima guerra delle immagini, la prima guerra fotografica.

Il primo, immane scontro che si svolse su fronti numerosi, diversi e lontani fra di loro – il fronte occidentale, il fronte orientale, il fronte italiano, la guerra nel Caucaso, nell’Asia minore e nelle colonie del Nord Africa – e che su tutti questi fronti fu documentato da immagini fotografiche che raggiunsero i giornali e i periodici illustrati d’Europa e d’America.

È nell’inferno di ghiaccio o di fango delle trincee – a seconda delle stagioni – che nasce una nuova figura, da quel momento in poi presente in tutti i conflitti nel mondo e indissolubilmente legata al giornalismo: il fotoreporter di guerra.
Il nuovo conflitto europeo inaugura la fotografia “in movimento” consentita dalle fotocamere più maneggevoli e dai più rapidi tempi di esposizione.
La maggior parte delle immagini scattate al fronte in quegli anni si rivela modernissima, mettendo in primo piano i comportamenti umani, le reazioni, le paure, gli eroismi fissati dall’obiettivo del fotografo. Alcune immagini sono ancora debitrici del pittoricismo ottocentesco, con ricorso al ritocco per rendere più tragiche le nubi o per far emergere meglio alcuni particolari paesaggistici. Altre, invece sono legate strettamente alle nuove grandi possibilità tecniche (maggiore sensibilità delle lastre) offerte dalla fotografia moderna.

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